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Le pratiche di Search Engine Optimization costituiscono oggi una delle risorse primarie attraverso le quali aziende, gruppi e singoli attori sviluppano i contenuti che gli consentono di implementare il proprio business online; se da un lato però simili soluzioni hanno permesso la costruzione di importanti strumenti come ad esempio l’Intelligenza Artificiale di Google con tutte le sue applicazioni collaterali, così come avvantaggiato l’ascesa di nuovi business nel mainstream della rete, d’altro canto però è innegabile che proprio la ricerca dei contenuti di marketing perfetti stia gradualmente conducendo verso un impoverimento della conoscenza generale.

A ben vedere infatti, le tecniche SEO vengono utilizzate anche e soprattutto nel mondo dell’informazione, con la conseguenza che oggigiorno vi sono davvero pochi contenuti che, oltre agli abbellimenti necessari ad un’ottimale indicizzazione sui siti web, presentano anche le informazioni necessarie affinché l’audience sia in grado di prendere coscienza in merito al fenomeno trattato.

Quando tutto diventa una parola chiave

Seppur l’utilizzo delle keyword è un espediente le cui radici risalgono alle tecniche di storytelling messe a punto nel corso degli anni ’90, a causa della voracità di internet che tende ad inglobare ogni contenuto reale esistente in una massa uniforme, le parole chiave hanno pian piano concentrato su di sé tutta l’attenzione degli addetti ai lavori di marketing, sicché avviene spesso che termini ed elementi testuali più consoni alla comprensione dell’argomento in esame vengano messi da parte in quanto poco utili all’indicizzazione dei contenuti.

È ancorché accettabile che la maggior parte dei testi vengano semplificati nella lettura affinché sia possibile coinvolgere quanti più utenti possibile e permettere così loro di comprendere le potenzialità degli strumenti di ultima generazione a disposizione – vedi ad esempio Hype – ma nel momento in cui ogni buona pratica di comunicazione viene abbandonata a favore di tecniche di trasmissione del messaggio, il processo rischia di produrre risvolti negativi che, a lungo andare, potrebbero portare ad un’incapacità dell’audience di discernere tra i diversi contenuti, nonché comprendere logicamente i vari messaggi che quotidianamente bombardano la sua attenzione.

Pratiche di buona comunicazione

In un mondo in cui i mercati non dormono mai, la competizione comincia ad assumere ritmi sempre più frenetici e da un lato, è normale che ogni attore coinvolto si metta alla ricerca degli strumenti più adatti alla crescita del proprio business; nonostante questo però, è molto importante che chiunque lavori nel settore dell’informazione non si lasci abbindolare da pratiche di marketing eccessivamente scorrette in vista di un mero interesse economico, poiché così facendo si rischia di minare le basi culturali sui quali si regge la stessa possibilità di crescita di ogni business.

La Search Engine Optimization è una pratica fondamentale per tutti coloro che vogliono raggiungere determinate fasce di pubblico con i propri contenuti informativi e di marketing, ma se si rinuncia completamente alla qualità dei contenuti a vantaggio della loro sola capacità di creare bisogni nell’audience, vi è il rischio che si produca un circolo vizioso senza beneficio per alcuno, se non per quelle aziende che prima degli altri hanno approfittato del torpore delle masse per raggiungere i propri obbiettivi di breve periodo.

 

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